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FAQ
“Operazione Ghostnets: 3 tonnellate di reti da pesca rimosse dai mari della Sicilia per proteggere l’ambiente marino”
La recente operazione denominata Ghostnets, promossa dall’associazione Marevivo, ha portato alla rimozione di ben 3 tonnellate di reti da pesca abbandonate nei mari della Sicilia. Le reti abbandonate, conosciute anche come “ghost nets”, rappresentano una grave minaccia per l’ambiente marino poiché continuano a catturare e uccidere animali marini anche dopo essere state abbandonate. Queste reti possono danneggiare gli ecosistemi marini e causare la morte di numerose specie marine, inclusi pesci, tartarughe marine e mammiferi marini.
L’operazione di recupero delle 3 tonnellate di reti abbandonate è stata condotta con l’aiuto di volontari e operatori specializzati, che hanno lavorato per giorni per rimuovere le reti dal fondale marino. Una volta recuperate, le reti verranno smaltite correttamente per evitare ulteriori danni all’ambiente.
Questa iniziativa non solo contribuisce a ripulire i mari dalla plastica e dai rifiuti abbandonati, ma sensibilizza anche l’opinione pubblica sull’importanza di proteggere l’ambiente marino e di adottare pratiche di pesca sostenibili. L’inquinamento marino è un problema globale che richiede azioni concrete e collaborative per essere affrontato in modo efficace.
“Come i dazi influenzano i costi energetici e dei carburanti per le famiglie: tutto quello che c’è da sapere”
I dazi sono tasse imposte sui beni importati da un paese straniero. Questi dazi possono influenzare direttamente i prezzi dei beni di consumo, come il gas ed l’elettricità, e quindi avere un impatto sulle bollette pagate dalle famiglie. Inoltre, i dazi possono anche influenzare il prezzo della benzina, in quanto il petrolio è spesso importato da altri paesi.
È importante tenere conto che i dazi possono variare a seconda delle politiche commerciali adottate dai governi. Ad esempio, durante le guerre commerciali tra paesi, i dazi possono essere aumentati come forma di rappresaglia. Questo può portare a un aumento dei prezzi per i consumatori finali.
È quindi fondamentale monitorare da vicino l’evoluzione dei dazi e capire come possono influenzare i costi energetici e dei carburanti per le famiglie. Inoltre, è importante considerare anche altri fattori che possono influenzare i prezzi, come la domanda e l’offerta sul mercato internazionale.
ANALISI DEL DECLINO DELL’EUROPA NEL SETTORE DELL’ACCIAIO
Le prime 50 aziende produttrici al Mondo
China Baowu Group (1)
China
130.77
131.84
1
1
ArcelorMittal
Luxembourg
68.52
68.89
2
2
Ansteel Group (2)
China
55.89
55.65
3
3
Nippon Steel Corporation
Japan
43.66
44.37
4
4
HBIS Group
China
41.34
41.00
5
6
Shagang Group
China
40.54
41.45
6
5
POSCO Holdings
Korea
38.44
38.64
7
7
Jianlong Group (3)
China
36.99
36.56
8
8
Shougang Group
China
33.58
33.82
9
9
Tata Steel Group
India
29.50
30.18
10
10
Delong Steel (4)
China
28.26
27.90
11
12
JSW Steel Limited
India
26.15
23.38
12
15
JFE Steel Corporation
Japan
25.09
26.20
13
14
Hunan Steel Group (5)
China
24.80
26.43
14
13
Nucor Corporation
United States
21.20
20.60
15
16
Fangda Steel
China
19.56
19.70
16
17
Shandong Steel Group
China
19.45
29.42
17
11
Hyundai Steel
Korea
19.24
18.77
18
18
Steel Authority of India Ltd. (SAIL)
India
19.18
17.93
19
20
Rizhao Steel
China
18.66
15.63
20
22
Liuzhou Steel
China
18.62
18.21
21
19
Cleveland-Cliffs
United States
17.27
16.80
22
21
Tsingshan Holding
China
16.28
13.92
23
32
United States Steel Corporation
United States
15.75
14.49
24
26
CITIC Pacific
China
(r) 15.66
15.03
25
23
Jinan Iron and Steel Group Co.
China
15.27
NA
26
NA
Baotou Steel
China
15.20
14.18
27
28
Techint Group
Argentina
14.82
14.86
28
25
Jingye Group
China
14.51
13.97
29
29
Novolipetsk Steel (NLMK)
Russia
14.24
14.94
30
24
Sinogiant Group
China
13.63
13.95
31
31
Anyang Steel
China
(r) 13.50
11.18
32
38
Shenglong Metallurgical
China
13.12
14.21
33
27
Magnitogorsk Iron & Steel Works (MMK)
Russia
12.99
11.69
34
37
Gerdau S.A.
Brazil
12.74
13.90
35
33
China Steel Corporation
Taiwan
12.58
13.96
36
30
Zenith Steel
China
(r) 12.08
12.23
37
35
Shaanxi Steel
China
11.86
12.17
38
36
Severstal
Russia
11.27
10.69
39
41
Sanming Steel
China
11.24
11.03
40
39
Nanjing Steel
China
11.00
11.00
41
40
thyssenkrupp
Germany
10.35
9.93
42
43
Mobarakeh Steel Company
Iran
10.33
10.30
43
42
World Steel Dynamics, Inc.
United States
10.32
9.73
44
44
Steel Dynamics, Inc.
United States
10.32
9.73
45
45
Donghai Special Steel
China
9.43
9.65
46
46
Jiuquan Steel
China
9.01
9.01
47
47
EVRAZ
Russia
(r) 8.76
12.80
48
34
Jindal Steel and Power Ltd (JSPL)
India
7.90
8.01
49
48
SSAB
Sweden
7.78
7.29
50
55
SSAB AB
Sweden
7.78
7.29
51
54
Jinxi Steel
China
7.53
7.43
52
51
Jinnan Steel
China
7.45
6.36
53
58
Jiujiang Wire Rod
China
7.29
7.34
54
53
Erdemir Group
Turkey
7.18
7.79
55
49
Kunming Steel
China
7.14
6.05
56
61
Ruifeng Steel
China
7.12
4.71
57
81
voestalpine AG
Austria
7.10
7.42
58
52
Fangtongzhou Holding
China
6.83
NA
59
NA
Shiheng Special Steel
China
6.80
5.38
60
70
Yingkou Plate
China
6.77
6.59
61
56
Hoa Phat Steel
Viet Nam
(r) 6.71
(r) 7.43
62
50
BlueScope Steel Limited
Australia
6.45
5.94
63
62
Ezz Steel
Egypt
6.17
5.15
64
71
Donghua Steel
China
6.07
5.70
65
67
Kobe Steel, Ltd
Japan
6.03
6.34
66
59
Tosyali Holding
Turkey
5.91
4.71
67
82
Formosa Ha Tinh
Viet Nam
(r) 5.74
(r) 5.78
68
64
Salzgitter Group
Germany
5.71
6.11
69
60
Sanbao Steel
China
5.66
4.99
70
74
CELSA Group
Spain
5.61
5.52
71
68
Ganglu Steel
China
5.50
5.90
72
63
Saudi Iron & Steel Co. (Hadeed, an affiliate of SABIC)
Saudi Arabia
5.50
5.51
73
69
Commercial Metals Company (CMC)
United States
5.41
5.76
74
66
Commercial Metals Company
United States
5.41
5.76
75
65
Lingyuan Steel
China
5.40
5.10
76
72
Yuanli Group
China
5.05
4.72
77
80
TMK (PAO)
Russia
4.97
4.45
78
83
Xinda Steel
China
(e) 4.90
(r) 4.94
79
76
Puyang Steel
China
(e) 4.89
4.80
80
79
Gaoyi Steel
China
4.81
4.98
81
75
Jincheng Fusheng
China
4.78
4.88
82
78
Aosen Steel
China
4.77
4.90
83
77
Rashtriya Ispat Nigam Ltd (VIZAG Steel)
India
4.45
4.17
84
85
Jianbang Group
China
4.27
4.07
85
86
Xinxing Pipes
China
4.25
4.05
86
87
Ningbo Steel
China
4.16
3.91
87
90
Liberty Steel Group
Australia
4.13
6.38
88
57
Jiyuan Steel
China
4.08
4.04
89
88
Yukun Steel
China
4.06
3.72
90
97
Rockcheck Steel
China
4.05
4.22
91
84
Habaş
Turkey
3.92
3.81
92
93
Huttenwerke Krupp Mannesmann
Germany
3.90
3.92
93
89
Stahlbeteiligungen Holding S.A.
Luxembourg
3.84
5.07
94
73
Desheng Group
China
(e) 3.75
(r) 3.55
95
103
Dongkuk Steel
Korea
3.70
3.91
96
91
Xinwuan Steel
China
3.70
NA
97
NA
Luan Steel
China
3.67
NA
98
NA
Yuhua Steel
China
3.61
3.57
99
101
Xinyang Steel
China
(e) 3.55
(r) 3.63
100
99
Taihang Steel
China
3.55
NA
101
NA
Longteng Special Steel
China
3.53
3.23
102
108
Tianzhu Steel
China
3.53
3.80
103
94
Mechel
Russia
3.49
3.56
104
102
Hongxing Steel
China
3.44
3.59
105
100
Acciaieria Arvedi SpA
Italy
3.40
3.12
106
112
Xianfu Steel
China
3.38
3.12
107
113
Companhia Siderúrgica Nacional (CSN)
Brazil
(r) 3.30
3.77
108
96
Zhongyang Steel
China
3.29
3.47
109
104
Metinvest Holding LLC
Ukraine
3.26
3.66
110
98
Taishan Steel
China
3.25
3.40
111
105
EMSTEEL
United Arab Emirates
3.24
3.21
112
109
Eastran Special Steel
China
(e) 3.24
(r) 3.23
113
107
Lianxin Steel
China
3.20
3.00
114
115
Jinding Steel
China
3.16
NA
115
NA
Metalloinvest Management Company
Russia
(r) 3.11
3.31
116
106
Xuzhou Steel
China
(e) 3.10
(r) 3.20
117
110
Companhia Siderúrgica Nacional (CSN)
Brazil
3.06
3.77
118
95
Guigang Steel
China
3.05
3.03
119
114
🔍 1. Stato attuale della produzione europea di acciaio (2024)
Analizzando la classifica globale dei produttori di acciaio, notiamo che:
Solo due produttori europei figurano tra i primi 50:
ArcelorMittal (Lussemburgo, 2° posto globale – anche se è un gruppo multinazionale con forte presenza in India e altri Paesi).
thyssenkrupp (Germania, 42° posto).
voestalpine (Austria, 58° posto).
Altri presenti: SSAB (Svezia), Salzgitter (Germania), CELSA (Spagna), Arvedi (Italia), Liberty Steel (UK-Australia).
➡️ Dominano Cina, India, e altri paesi asiatici. Circa 35 su 50 tra i top produttori sono cinesi.
📉 2. Evoluzione negli ultimi 30 anni (1995–2025)
✅ Anni ’90 – Primi 2000:
L’Europa, in particolare Germania, Italia, Francia, Regno Unito era tra i maggiori produttori globali.
La produzione era incentrata su impianti integrati a ciclo completo (altiforni) e acciaierie elettriche.
Concorrenza internazionale ancora bilanciata.
⚠️ 2000–2020:
Ascesa della Cina: dal 15% della produzione mondiale nel 2000 a oltre 50% oggi.
Delocalizzazione industriale: molte acciaierie europee hanno ridotto capacità o chiuso per motivi di costo.
Calo dei consumi interni in Europa, ma anche perdita di competitività.
Crescente pressione ambientale ha reso costosi gli impianti tradizionali (CO₂, energia).
📉 Crisi e chiusure:
UK: chiusura di molti impianti (es. British Steel).
Italia: il caso emblematico di Ilva (Taranto) – tra disastri ambientali e instabilità aziendale.
Germania: consolidamento e riduzione della produzione in aziende come thyssenkrupp.
🌱 3. Politiche europee per il rilancio
🛠️ Misure esistenti:
Green Deal Europeo: mira alla decarbonizzazione, con il piano “Fit for 55”.
ETS (Emission Trading System): penalizza impianti ad alte emissioni → necessità di innovazione (acciaio verde).
CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism): tassa sull’import di acciaio ad alta intensità carbonica da Paesi extra-UE.
Investimenti in Hydrogen-based steel (H2):
Progetti in Svezia (HYBRIT: SSAB, LKAB, Vattenfall).
Iniziative di thyssenkrupp, voestalpine, ArcelorMittal (progetti in Germania, Francia, Belgio).
Fondi PNRR (Italia) e NextGenEU: includono supporto per transizione energetica anche per l’acciaio.
⚖️ 4. La politica è adeguata?
✅ Aspetti positivi:
L’UE sta spingendo verso l’acciaio verde, un’opportunità per tornare competitivi su qualità e sostenibilità.
La tutela climatica attraverso il CBAM potrebbe proteggere l’industria da dumping ambientale cinese o indiano.
❌ Criticità:
Tempi lunghi e burocrazia frenano i progetti.
La concorrenza asiatica è difficile da battere in termini di costo, anche con la CO₂.
Rischio di deindustrializzazione se la transizione verde non è ben gestita.
Mancanza di materie prime (rottami, minerale ferroso) rende l’Europa dipendente dalle importazioni.
🌍 1. Globalizzazione: motore del riequilibrio industriale globale
Effetti principali:
Apertura dei mercati ha permesso l’ingresso massiccio di acciaio a basso costo, soprattutto dalla Cina, che ha goduto di:
manodopera a basso costo;
energia sussidiata;
politiche industriali molto aggressive;
minori vincoli ambientali.
Dumping: la Cina ha esportato acciaio a prezzi inferiori ai costi di produzione europei, facendo crollare i prezzi globali e rendendo non sostenibili gli impianti europei.
Impatto:
🔻 Erosione della competitività europea su prezzo, pur mantenendo qualità.
🏭 2. Delocalizzazione industriale: spostamento strategico della produzione
Cos’è successo:
A partire dagli anni ’90 e 2000, molte imprese europee hanno spostato la produzione verso paesi a basso costo, in Asia o America Latina.
Obiettivo: ridurre costi e massimizzare profitti per competere globalmente.
Conseguenze:
Perdita di posti di lavoro e know-how industriale in Europa.
Difficoltà a rilanciare la produzione con supply chain così esternalizzate.
Europa è diventata importatrice netta di acciaio in diverse categorie.
🏦 3. Privatizzazioni e ristrutturazioni industriali
Anni ‘80-’90:
Grandi acciaierie pubbliche (es. Ilva in Italia, British Steel nel Regno Unito, Usinor in Francia) vengono privatizzate.
Molte aziende sono state smembrate o ridimensionate sotto logiche di mercato puro.
Problemi:
Le nuove proprietà, spesso fondi o multinazionali, hanno ridotto gli investimenti a lungo termine.
Si è dato priorità alla redditività di breve periodo, non alla modernizzazione.
Le privatizzazioni non sempre hanno portato a maggiore efficienza o innovazione.
💰 4. Costi energetici e ambientali
L’acciaio europeo è molto più costoso da produrre per via:
del costo dell’energia (gas, elettricità);
delle normative ambientali stringenti (ETS, normative su CO₂, polveri, acque, ecc.).
I concorrenti extra-UE non pagano gli stessi costi, generando concorrenza sleale.
🧩 5. Disallineamento politico-industriale
L’UE ha mancato una vera politica industriale comune per l’acciaio fino a tempi recenti.
Paesi come Germania, Italia e Francia hanno agito in modo frammentato, senza coordinamento.
In ritardo anche nel sostenere la transizione tecnologica verso l’acciaio verde (idrogeno, elettrico).
📉 RISULTATO COMPLESSIVO
Fattore
Impatto
Globalizzazione
Altissimo: ha spostato l’asse produttivo globale
Delocalizzazione
Alto: ha eroso la base industriale europea
Privatizzazioni
Medio-alto: non sempre efficaci senza visione strategica
Costi ambientali ed energetici
Altissimo: pesa molto sulla competitività
Politiche industriali UE deboli
Medio: poco coordinamento, ma in recupero
Comparativa Produzione Europa – Asia
📈 Risultato atteso:
Anno
Produzione Europa (Mt)
Produzione Asia (Mt)
1995
200
250
2000
180
400
2005
160
700
2010
140
1000
2015
125
1300
2020
110
1600
🧭 1. Il contesto attuale: Europa dipendente per l’acciaio
L’Unione Europea oggi non è più un leader nella produzione globale di acciaio. Nonostante abbia ancora capacità produttiva, è fortemente dipendente da Paesi terzi, in particolare per:
Acciaio semilavorato e finito
Rottami metallici
Minerali ferrosi e carbone coke
Tecnologie e impianti di nuova generazione (es. acciaio verde)
🔍 2. Tipologie di dipendenza europea nel settore dell’acciaio
a. 🏭 Dipendenza dalla produzione esterna
L’UE importa circa il 20–25% dell’acciaio consumato annualmente.
Principali fornitori: Cina, India, Russia, Turchia, Ucraina, Corea del Sud.
Questi Paesi producono acciaio a prezzi molto più bassi, spesso grazie a:
Sovvenzioni statali;
Costi energetici inferiori;
Normative ambientali meno stringenti.
b. ⚒️ Dipendenza da materie prime
L’UE non ha risorse sufficienti di:
Minerale di ferro → importato da Brasile, Australia, Sudafrica.
Carbone coke → importato da USA, Russia, Australia.
Rottame metallico → disponibile internamente ma in calo, ed esportato.
➡️ Queste importazioni sono esposte a volatilità geopolitica, logistica e commerciale.
c. 🛠️ Dipendenza tecnologica
Per la transizione all’acciaio verde (basato sull’idrogeno), l’Europa:
Ha tecnologie promettenti ma ancora in fase sperimentale (es. HYBRIT in Svezia).
Dipende da forniture energetiche (idrogeno verde, elettricità rinnovabile) ancora non pienamente sviluppate.
È in ritardo nella realizzazione di impianti H2-ready rispetto agli obiettivi del 2030.
⚠️ 3. Rischi e conseguenze della dipendenza
a. ❗ Rischio industriale
Le industrie automobilistiche, edilizie e meccaniche europee dipendono da acciaio straniero.
Un’interruzione delle forniture (guerre, dazi, crisi energetiche) può bloccare la produzione e causare shock economici.
b. 📉 Rischio competitivo
L’acciaio europeo è più costoso e meno competitivo sul mercato globale.
Senza misure di protezione, l’industria non riesce a reggere la concorrenza extra-UE.
c. 🛡️ Rischio strategico e geopolitico
La dipendenza da Paesi instabili o autoritari (Russia, Cina) limita la sovranità industriale europea.
Le tensioni geopolitiche possono diventare leve di ricatto commerciale.
🧱 4. Risposte politiche e industriali europee
✅ Azioni già intraprese:
Misura
Obiettivo
CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism)
Tassa l’import di acciaio “sporco” extra-UE
ETS (Emission Trading System)
Incentiva impianti puliti, penalizza inquinanti
NextGenerationEU / PNRR
Finanziamenti per acciaio verde e impianti H2
Strategia UE su materie prime critiche
Ridurre dipendenza da fornitori esterni
🧩 Azioni necessarie e urgenti:
Accelerare impianti H2-ready con sussidi mirati.
Proteggere l’industria europea da dumping ambientale.
Creare una politica industriale dell’acciaio comune tra i Paesi UE.
Investire in riciclo di rottame e recupero interno di materiali.
Incentivare accordi strategici con partner affidabili (es. Canada, Norvegia, Australia).
📊 Sintesi
Tipo di Dipendenza
Origine principale
Rischio
Misure attuali
Gap da colmare
Acciaio finito
Cina, India, Russia
Alto
CBAM, dazi
Incentivi reshoring
Materie prime
Brasile, Australia, Russia
Medio-alto
Politiche green
Investimenti strategici
Energia & H2
Importazioni e fonti interne
Medio
Green Deal
Rete H2 europea
Tecnologia
Paesi asiatici, USA
Medio
HYBRIT, progetti pilota
Scarsa scala industriale
🧭 CONCLUSIONI E LEZIONI
L’Europa ha una delle industrie siderurgiche più avanzate tecnicamente, ma è sotto pressione a causa della sua dipendenza da Paesi terzi per la produzione, materie prime e tecnologie.
La transizione all’acciaio verde è un’occasione unica, ma richiede politiche industriali coordinate, investimenti massicci e protezioni intelligenti, altrimenti il rischio è la deindustrializzazione irreversibile del comparto.
🔹 L’Europa ha perso competitività perché non ha saputo reagire rapidamente e strategicamente ai cambiamenti della globalizzazione.
🔹 Ha smantellato parte del proprio tessuto industriale, senza creare alternative tecnologiche tempestive (es. acciaio decarbonizzato).
🔹 Ora l’UE sta cercando di recuperare terreno con misure come:
il CBAM;
incentivi per l’acciaio a idrogeno;
politiche verdi e fondi per il reshoring industriale.
Negli ultimi 30 anni, l’Europa ha perso la leadership globale nella produzione di acciaio, schiacciata dalla concorrenza cinese e asiatica. La produzione è calata, molti impianti sono stati chiusi, e la competitività è diminuita. Tuttavia, le politiche attuali mirano alla rinascita attraverso l’innovazione verde, come l’idrogeno e l’acciaio a basse emissioni. Se ben finanziate e accompagnate da una politica industriale solida, possono rappresentare una seconda vita per l’acciaio europeo, puntando più sulla qualità e sostenibilità che sulla quantità.
“Merck avvia la costruzione del Centro Biologico da $1 miliardo a Newark, Delaware: un importante polo di ricerca e produzione nel settore biotecnologico”
Merck, una delle più grandi aziende farmaceutiche al mondo, ha recentemente avviato la costruzione del suo Centro Biologico da $1 miliardo a Newark, Delaware. Questo progetto, noto come Merck Wilmington Biotech, sarà un importante centro di ricerca e produzione per la società.
Il centro biologico includerà laboratori di ricerca all’avanguardia, capacità di produzione di biologici e magazzini per lo stoccaggio dei materiali. Si prevede che il centro creerà centinaia di posti di lavoro altamente specializzati nella regione e contribuirà alla crescita economica locale.
Merck ha scelto Delaware per la sua posizione strategica e per il supporto fornito dallo stato per lo sviluppo delle industrie biotecnologiche. La società ha già una presenza significativa nello stato e il nuovo centro biologico rafforzerà ulteriormente il suo impegno a investire in innovazione e ricerca nel settore biotecnologico.
La costruzione del Centro Biologico da $1 miliardo è un importante passo avanti per Merck nel suo impegno a sviluppare nuove terapie e trattamenti per le malattie. Si prevede che il centro sarà completato entro i prossimi anni e diventerà un punto di riferimento nel settore biotecnologico.
“Bradbury Group Expands with Acquisition of Press Room Equipment Co. and Construction of State-of-the-Art Facility in Springfield, Missouri”
The Bradbury Group, a leading manufacturer of roll forming and coil processing equipment, acquired Press Room Equipment Co. in 2023 to expand its portfolio and enhance its offerings in the metal forming industry. The decision to construct a new facility in Springfield, Missouri, reflects the company’s commitment to growth and innovation.
The new facility will feature state-of-the-art manufacturing equipment and technology to streamline production processes and increase efficiency. It will also include dedicated space for research and development, allowing PRE to continue developing cutting-edge solutions for its customers.
In addition to enhancing its manufacturing capabilities, the new facility will provide a larger space for inventory storage and logistics, enabling PRE to better serve its customers with faster turnaround times and improved delivery options.
The move to the new facility in Springfield, Missouri, is expected to be completed by the end of 2024. This strategic relocation will position Press Room Equipment Co. for continued success and growth in the metal forming industry.